Horus di Ieracompoli, d'epoca incerta. Altri studiosi, come Henri Frankfort (1897–1954) e Adriaan de Buck (1892–1959), misero in discussione questa ricostruzione considerando che gli egizi — al pari di altri popoli antichi o primitivi — concepivano l'universo come un dualismo fondato su idee antitetiche ma complementari: uomo/donna, rosso/bianco, cielo/terra, ordine/caos, nord/sud ecc. Bernard Mathieu, « Horus : polysémie et métamorphoses (Enquêtes dans les Textes des Pyramides, 5) », ENiM 6, Montpellier, 2013, p. 2. Era considerato il figlio del dio Ra e quindi una divinità egli stesso. L'insieme di questi cinque nomi costituiva il ren-maa, o "nome autentico", con il quale il faraone definiva la propria natura divina. Mesen era sia un toponimo che un termine indicante Horus intento a infilzare un ippopotamo (incarnazione di Seth) con una lancia. Le piume sono infatti di colore più scuro che delineano una mezza luna. L’Occhio di Horus (o Oudjat) era anche un amuleto molto potente, gli Egizi lo indossavano perché credevano possedesse poteri magici e … (egiziano Hor), dio egizio, raffigurato in figura di falco (o con la testa di falco) probabilmente con allusione ai suoi caratteri uranici; infatti talvolta era inteso come un dio-cielo i cui occhi erano il Sole e la Luna .Questa dimensione cosmica si proiettò, sin da epoca predinastica, nella figura del faraone, che divenne una specie di incarnazione di Horus. A Eliopoli era venerato accanto a Ra. da Luxor nell'Alto Egitto, adorò fin dal periodo predinastico un dio dalla testa di falco, Nekheni, il cui capo era sovrastato da due alte piume. « Champollion », 2003, pp. Sotto quest'ultimo aspetto, Horus affrontava lo zio Seth per vendicare il proprio padre e, sconfittolo dopo molte peripezie, rivendicava l'eredità di Osiride, divenendo finalmente re d'Egitto. (Una delle manifestazioni della dea Hathor, sua figlia/consorte.) Anche la città di Nekhen, a circa 80 km. Herman te Velde, Seth, ou la divine confusion : Une étude de son rôle dans la mythologie et la religion égyptienne, Scribd, 2011, pp. Da questa unione miracolosa nacque Horus Bambino (Arpocrate), denominato anche Horsaset (Horus figlio di Iside)[28] o Hornedjitef (Horus che si prende cura del padre). Un buon pop-corn movie che vi consigliamo qualora vogliate approfondire l’argomento e immergervi nelle magiche atmosfere dell’antico Egitto. cfr. Suo figlio crebbe buono ma con l’intento di vendicarsi su Seth per ciò che aveva fatto a suo padre. Il suo culto nella Valle del Nilo si estese cronologicamente dalla tarda Preistoria fino all'epoca tolemaica e alla dominazione romana dell'Egitto. La lotta dei "Due Contendenti" potrebbe simboleggiare le guerre fra i devoti a Horus, della prima città, e i devoti a Seth dell'altra. Horus (in italiano anche Oro o Horo), è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, fra le più antiche e significative del pantheon egizio. Il falco, con i suoi voli maestosi nel cielo, così come un significato del suo nome ("il Distante") dovettero essere associati al sole. Fu in una battaglia con Set che Horus … Basato sulla serie di racconti bestseller sul New York Times, scopri le epiche origini di Warhammer 40.000 con The Horus Heresy: Legions. A quel punto usò un serpente chiamato Ureo, per coprire la cavità oculare. Durante la II dinastia, invece, il falco di Horus e il canide di Seth sormontavano, insieme, il serekht di re Khasekhemui (ca. In : Jean-Pierre Corteggiani (ill. Laïla Ménassa), Gods of Ancient Egypt: Horakhty (Ra-Horakhty), Dio del sole nascente e del tramonto, personificazione della funzione divina dei faraoni, simbolo della resurrezione, della vita eterna. Da questo punto di vista, non c’è da meravigliarsi se più entità delle mitologie e delle religioni del passato, fossero in grado di resuscitare i morti o di ascendere al cielo. Nella concezione egizia, il Bene e il Male erano aspetti complementari della creazione, presenti in tutte le divinità[10]. Da questo nomo, nel corso della III dinastia, sarebbe derivata la rivolta che avrebbe portato al superamento dello scisma sethiano (vedi sezione successiva). Local talk show. Il secondo figlio, Sanebui, che significa "Il Figlio dei Due Signori", era il dio Horus venerato a Mendes che Iside concepì dopo essersi unita alla mummia di Osiride[108]. 4th century) was a Cynic philosopher and Olympic boxer who was victorious at the Olympic games in Antioch in 364 AD.. Se le consideraba como el iniciador de la civilización egipcia. Se si fa caso alle corone dei faraoni esposte nei musei, tutte hanno un simbolo che li accomuna e che li associa alla potenza del Dio falco: un serpente al centro della corona. I re dell'Antico Egitto non erano noti ai propri contemporanei con il nominativo seguito da un numerale (ad esempio Ramses II o Amenofi IV), bensì con i. Dodson, Aidan, Amarna Sunset: Nefertiti, Tutankhamun, Ay, Horemheb, and the Egyptian Counter-Reformation. Tale fu il radicamento del culto di Horus a Nekhen, che i greci, millenni dopo, chiamarono la città Hieraconpolis, ovvero Città del Falco. L’epopea di Gilgamesh: il poema epico più antico del mondo, Una mappa mostra le creature mitologiche più famose di ogni paese (FOTO), Le storie dei Vangeli apocrifi raccontano anche di maghi diabolici e demoni (STUDIO), Osiride e Iside: il mito egiziano spiegato (RIASSUNTO), All’asta un antico kit per uccidere i vampiri. Questa teoria fu inizialmente rifiutata, preferendo considerare una rivalità fra le città di Ieracompoli e Napata, avanzata nel 1960 da John Gwyn Griffiths (1911–2004) nel suo saggio The Conflict of Horus and Seth. Egli era una divinità celeste che aveva la sua personificazione terrena in una forma di falco. Questo titolo gli spettava quando in cielo non si vedevano né il sole né la luna (i suoi occhi). Nel mito Osiride viene assassinato dal fratello Seth, dio del Caos, ed è riportato in vita, per il tempo di un rapporto sessuale con l’amata Iside, dai poteri magici di Iside e della dea Nefti. Nell'antico Egitto esistevano varie specie di falchi: a causa delle rappresentazioni spesso assai stilizzate dell'uccello di Horus, è stato difficile individuare la specie di riferimento per l'iconografia del dio. Sotto re Narmer, identificabile con il mitico Menes[61], questo conflitto si sarebbe finalmente risolto a favore di Ieracompoli. La Dea Iside, sposa di Osiride, ritrovò la bara contenente lo sposo/fratello a Byblos e la riportò nel Delta nilotico ove, per magia, fece resuscitare Osiride per il tempo necessario a concepire Horus che, una volta nato, nascose poi nei canneti fluviali fino a quando il dio non sfidò l'assassino di suo padre, nel frattempo smembrato in quattordici pezzi da Seth, vendicandolo. Bernard Mathieu, « Seth polymorphe : le rival, le vaincu, l'auxiliaire (Enquêtes dans les Textes des Pyramides, 4) », ENiM 4, Montpellier, 2011, p. 137-158. Ancora a dimostrazione dell'importanza del culto di Horus, si consideri che tutte le pareti del tempio sono ricoperte di testi in corsivo e geroglifico particolarmente complessi e di difficile interpretazione (tanto che molti non sono stati ancora tradotti) giacché i sacerdoti tolemaici pensarono di riportare, per iscritto, tutti gli elementi mitologici, narrativi e cultuali che, sino ad allora, erano stati tramandati verbalmente, di generazione in generazione, o trascritti su papiro facilmente deperibile[91]. Altre fonti sostengono invece che Seth fosse sterile, forse anche a causa di un terribile scontro che il dio ebbe con suo nipote Horus: Seth perse un testicolo, Horus un occhio. Successivamente fu identificato con il sole, divenendo il simbolo della nobiltà, archetipo dei faraoni. Benché città di antiche origini e centro principale del culto di Horus, il tempio risale alla dinastia Tolemaica; fu costruito tra 237 e il 57 a.C. sovrapponendosi e distruggendo preesistenti templi dedicati alla stessa divinità, a dimostrazione della radicalizzazione del culto nel corso dei millenni. Il quinto e ultimo, "Il Figlio di iside", era Horus intento a difendere suo padre Osiride dagli attacchi di Seth[109]. Dio dalla natura estremamente complessa, Horus condivise il nome e l'aspetto di falco con molti altri dei significativi, minori o locali — che rendono confusa una descrizione univoca della sua genealogia, delle sue caratteristiche e dei suoi ruoli[33]; inoltre, nel corso della plurimillenaria storia egizia, fu investito di un numero sorprendente di titoli ed epiteti[34]. Reperto E.25982. Quest'ultimo, assassinato dal proprio fratello Seth, dio del caos, è riportato in vita — per il tempo di un rapporto sessuale — dai poteri magici di Iside e Nefti. Ciò troverebbe fondamento iconografico nella tavoletta di Narmer, una lastra commemorativa in siltite che evocherebbe la vittoria sui popoli del nord, in cui il re brandisce una mazza da guerra mentre si accinge a colpire un nemico; in alto, a destra, sovrastante il simbolo dei papiri che rappresentano appunto il Delta, un falco stringe nell'artiglio una fune legata al naso di un altro prigioniero che reca i caratteri somatici tipici delle genti del Basso Egitto. Si ritiene[82] che la fusione Ra-Hor-Akhti, ovvero Ra e Horus dei Due Orizzonti[83], rappresentata da un uomo con la testa di falco che reca sul capo il disco solare, sia la dimostrazione di un compromesso tra le due classi sacerdotali; tuttavia si rese necessario differenziare il culto del dio falco da quello strettamente solare dando così ad Horus la condizione di figlio di Osiride ed Iside, vendicatore del proprio padre assassinato e smembrato da Seth. R.T. Rundle Clark (1959/1999), pp. Secondo alcune ipotesi[76], Horus era originariamente un dio protettore del 3° nomo del Basso Egitto che, in periodo preistorico, aveva avuto gran parte nell'unificazione del regno sotto le dinastie eliopolitane. Nel corso dei millenni, fu venerato sotto molteplici forme, analizzate distintamente dagli egittologi[2][3]; questi aspetti eterogenei del dio derivarono probabilmente da differenti percezioni della stessa divinità sfaccettata, con l'enfatizzazione di certi attributi e assimilazioni sincretiche, più complementari che opposti gli uni agli altri, emblematici delle molteplici visioni che gli antichi egizi avevano della realtà[4]. Il quarto, Horus-Hekenu, "Horus degli unguenti", era l'Horus venerato a Bubasti come figlio di Bastet. Queste iscrizioni citano la contesa fra Horus e Seth senza coinvolgere Osiride: questa assenza può essere interpretata come tenue traccia di un arcaico mito pre-osiriaco. Fra le più antiche attestazioni iconografiche delle due divinità, il falco di Horus è collegato alla città di Ieracompoli (Nekhen) e il suo rivale Seth alla città di Napata (Ombos). Di sicuro non un capolavoro fedele alla mitologia ufficiale ma che può rappresentare una moderna interpretazione aggiunta alle già note variabili storiche. Durante la I dinastia, il "Nome d'Horus" era seguito dal "Nome nesu-bity" (o praenomen), simbolo dell'unione delle Due Terre, e dal "Nome Nebty" (cioè "delle Due Signore"), riferito alle dee Uadjet e Nekhbet, tutelari dell'Alto e del Basso Egitto. Questo importante personaggio veniva raffigurato, dagli egiziani, come un falco o un uomo con la testa di falco. Tra le analogie più diffuse, si sostiene che Horus sia nato da una vergine, che avrebbe avuto il potere di camminare sulle acque, guarire gli infermi e che sarebbe stato annunciato da una stella cometa. Il verdetto, dunque, è quello che Horus e Cristo sono sostanzialmente due personaggi diversi di altrettanto diverse culture. Il significato del serekht è evidente: il re nel suo palazzo era come Horus in terra, sua incarnazione e suo legittimo successore sul trono d'Egitto[72]. ARPOCRATE in "Enciclopedia dell'Arte Antica", Gods of Ancient Egypt: Horus the child (Horus son of Isis). Questi atti o simili, sono ciò che normalmente ci si potrebbe aspettare da un essere degno di essere chiamato dio e dunque è ciò che gli uomini del tempo attribuivano alle figure da loro adorate e anche ciò che presumibilmente sarebbe in grado di compiere un’entità superiore realmente esistente. Hor-Semataui (Harsomtus), "Horus che unisce le Due Terre". Il geroglifico rappresentante il nome Horus d'Oro, bik-nebu: Anche se Horus era una delle più antiche divinità dell'Egitto, ben presto i sacerdoti di Heliopolis cercarono di scalzarne il predominio ponendogli accanto il dio Ra, ovvero il sole. Hor-Chesemti fu inoltre assimilato al dio-falco Sopdu, venerato nel XX nòmo, alla frontiera orientale del Delta[37]. Poco oltre Horus risponde: [Osiride]...metti in movimento l'anima tua...tu sarai il padrone completo qua [in terra]. Imperdibile romanzo dell’ottimo Dan Abnett, ambientato nell’universo di Warhammer durante il 30° millennio, nell’era della Grande Crociata, un’epoca di espansione e progresso tecnologico, prima che l’umanità regredisse nella barbarie tecnologica e nel regime teocratico dell’Imperatore - Dio. (§.*1944d-*1945a)». Hor-Merti avrebbe dovuto invece trascinare una rete per catturare i nemici dell'anima del defunto[52]. Inoltre Horus non muore prendendo su di sè i “peccati del mondo”, non muore per redimere l’umanità, che, con il peccato originale si era preclusa la salvezza. Quali che fossero i suoi aspetti — falco celeste, dio creatore o figlio di Osiride — Horus fu sempre il dio dinastico per eccellenza, fortemente connesso alla figura del sovrano. p.13. Di converso altri studi indicano l'Alto Egitto quale patria di nascita di Horus[82] e il re Menes/Narmer, unificatore dell'Egitto e primo dei re dinastici, quale veicolo di penetrazione del culto nel Basso Egitto e nell'area del Delta. Inizialmente, Gore era adorato da cacciatori bellicosi, che alla fine stabilirono il loro dominio su altre tribù. La traslitterazione dei geroglifici del nome di Horus è ḥr.w (che significa "falco"); la pronuncia è stata ricostruita come haru oppure horu[10]. Da un punto di vista rituale, l'Occhio di Horus simboleggiava le offerte presentate alle divinità, in netto contrasto con i testicoli di Seth. Il falco-Horus è appollaiato in cima allo schienale del trono e le sue due ali, aperte, abbracciano la nuca del sovrano in un gesto protettivo. Benché adorato in molteplici nòmi, o distretti, egizi[8][9] il suo centro di culto principale fu ad Edfu. Tali similitudini però, non seguono un filone accademico né tantomeno sono accreditate dalle comunità di studiosi; pur accettando diversi punti di intersecazione, non necessariamente sono significativi dell’ipotesi che differenti civiltà abbiano avuto un legame nel tramandare determinati elementi. Il suo significato era profondo tanto da essere considerato l’emblema dei faraoni. Dopo varie liturgie purificatrici poggiava le sue mani sul dio, lo liberava cioè dagli indumenti notturni e lo lavava incensandolo; lo rivestiva quindi con un drappo bianco, seguito da uno verde ed uno rosso; fissava, infine, un collare di gemme al collo del dio purificandolo ancora con incenso. In un rilievo a Edfu, un faraone compare nell'atto di offrire a Horbehedeti il singolo geroglifico dell'Orizzonte, costituito da due montagne: in cambio di questa offerta, il dio avrebbe accordato al re il trono, il palazzo reale e un lungo regno[51]. Il Metropolitan Museum of Art di New York possiede invece una statuetta dove il faraone Nectanebo II della XXX dinastia, ultimo sovrano dell'Egitto indipendente, compare molto piccolo fra le zampe di un maestoso falco recante la Doppia Corona dell'Alto e del Basso Egitto (pschent)[21]. Nel mito di Osiride, Horus è figlio di Iside e Osiride. Era fratello di Osiride, Iside e Nefti, di quest’ultima era anche il marito e dalla loro unione nacque Anubi. Gli aspetti, le forme e i titoli principali di Horus furono: Nella mitologia egizia, Horus era soprattutto figlio di Osiride e nipote di Seth, assassino di quest'ultimo[6]. 195-6. Si diceva che i suoi due occhi fossero sia il sole che la luna. In quell'epoca, il loro mito non era ancora stato fissato in una apposita narrazione, bensì evocato sparsamente in riferimenti e allusioni alla loro inimicizia e alle loro battaglie — nelle quali uno perse l'occhio sinistro, l'altro i testicoli[59]. «Horus è caduto a causa del suo occhio, Seth soffre per i suoi testicoli. Il Bosone https://www.ilbosone.com/ - Copyright 2021 - Per contattarci: redazione@ilbosone.com - P.Iva: 03664580788 - Davide Russo, Horus: l’importanza del Dio Falco nella Mitologia Egizia (RIASSUNTO). I teologi egizi personificarono questo titolo reale in una vera e propria dea. Al contrario di molte figure presenti in questi miti, Horus non era affatto un dio cattivo, tant’è vero che esistono alcuni sostenitori di una presunta teoria che accomunerebbe la figura egiziana alla nascita di entità speculari in successive dottrine religiose. [62] Da questo punto di vista, Horus e Seth erano perfetti antagonisti: la loro inimicizia raccoglie tutte le antitesi e, infine, l'ordine incarnato da Horus quando sottomette il dio del caos, Seth. Testo 312; R.T. Rundle Clark (1959/1999), p. 150, cita gli studi specifici su tale testo eseguiti da A. de Buck in. Fece la sua comparsa nella religione egizia come divinità tutelare di Ieracompoli (in greco Città del Falco, originariamente chiamata Nekhen) nell'Alto Egitto e, di conseguenza, come prima divinità nazionale conosciuta, soprattutto in relazione al faraone, che in quell'epoca cominciò a essere considerato la manifestazione di Horus in vita e, da morto, di Osiride[3]. A partire dall'epoca tarda, questa funzione si esplicò soprattutto nella figura del giovane dio Arpocrate e per mezzo delle magiche Stele d'Horus. Osiride divenne poi il Re del regno dei morti, compito assegnatogli dal dio del Sole, Ra. Anubi aveva numerosi titoli che coglievano i vari aspetti della sua complessa natura: "Colui che presiede l'imbalsamazione". La dea era considerata figlia di Osiride, con cui si sarebbe unita generando cinque divinità dall'aspetto di falchi: «Poi questa dea mise al mondo cinque figli: Humehen, Sanebui [Il Figlio dei Due Signori[104], "Il Bambino che è a Medenu" [Horus-Medenu[105]], Horus-Hekenu e "Il figlio di Iside".». La statua che rappresenta il Dio Horus è un falco con una doppia corona sul capo e rappresenta il guardiano del popolo egizio. È perciò palese[82] che Horus, già in periodo predinastico, ed ancor prima dell'unificazione della I dinastia era considerato, sia nel sud che nel nord del Paese, dio protettore dei re tanto che questi venivano indicati con il termine Horus Vivente poi confluito, in epoca dinastica, nel Nome di Horus e ribadito nel successivo nome Horus d'Oro. Di conseguenza, la prima componente del quintuplice nome del faraone era il "Nome d'Horus", già portato dai re della dinastia 0, predecessori di Narmer, considerato il primo faraone[71]. Quando la collera di Ra contro gli uomini doveva manifestarsi, lui inviava il suo occhio divino, che uccideva chi lo aveva offeso, tramite la dea leonessa Sekhmet. Il Papiro Brooklyn 47.218.84, d'epoca saita, fornisce preziose informazioni sul mito di Horit. Horus [Heru] Heru significa colui che è al di sopra. Edwards, IES (1971), "The early dynastic period in Egypt", The Cambridge Ancient History, 1, Cambridge: Cambridge University Press. Mitologia - Il mito di Horus, il dio falco (Cultura) 15 mar - www.tanogabo.it (tanogabo) - Figlio di Osiride e Iside, Horus era un dio potente dell’antico Egitto, conosciuto sin dai tempi predinastici. 2875 a.C.). Sua controparte era il dio falco Hor-Chesemti, "Horus d'Oriente". Molte espressioni raggruppano Horus e Seth nei binomi i "Due Dei", i "Due Signori", i "Due Uomini", i "Due Rivali" o i "Due Contendenti". Anche quando, durante il Terzo Periodo Intermedio e la XXI dinastia, gli organi verranno imbalsamati a parte e reinseriti nel corpo del defunto, sopravviverà l'usanza dei vasi canopici, in questo caso solo simulacri giacché non cavi all'interno, recanti le teste dei quattro dei: Verso la fine della II dinastia, con lo spostamento della capitale ad Abido, il re Peribsen, con quello che va sotto il nome di scisma sethiano, sostituì il dio dinastico Horus con il dio Seth, nemico di Horus, e il Nome di Horus scomparve, perciò, dalla titolatura regale[85] Con la III dinastia, ed il re Khasekhemui, si pervenne ad una sorta di compromesso ed il serekht[86] venne sovrastato da entrambe le divinità affrontate. Horus era inoltre figlio di Iside, dea della maternità, della fertilità e della magia, che faceva anch’essa parte dell’Enneade. Hor-Hekhenu, "Horus degli unguenti", adorato a Bubasti, simboleggiava il calore bruciante del sole: anche lui sarebbe andato a caccia dei demoni nocivi per le mummie[40]. In ogni caso Horus, anche quando non è protagonista del testo, appare tuttavia come salvatore del mondo ed eroe per eccellenza[101] destinato a riportare l'ordine nel caos. Molteplici sono i miti riguardanti Horus basati sulla sua nascita e sul suo ruolo di vendicatore del padre Osiride. Quali luoghi migliori per rappresentare l’invisibilità degli dei e la loro natura sfuggente, mai del tutto comprensibile alla mente umana. Il Papiro Chester Beatty I, in ieratico risalente al regno di Ramses V, ma molto probabilmente riscrittura di un testo di epoca precedente, narra una delle più antiche versioni della Disputa tra Horo e Seth durata ottanta anni[88]. R.T. Rundle Clark (1959/1999), pp. Questi dettagli rimangono fedeli a quella che è considerata la versione autentica del mito ma ovviamente, come in tutte le rappresentazioni cinematografiche, il lungometraggio presenta delle diversità. La religione egizia (II)• Gli dei locali erano numerosissimi e ricevevano un fervido culto dagli abitanti delle varie province …• ma alcune divinità locali assunsero l’importanza di divinità nazionali e vennero venerate in tutto l’Egitto.• È il caso dei grandi dèi solari collegati con la figura del Faraone: Ra (il dio Sole, divinità di Memfi), Horus e soprattutto Amon (dio di Tebe, che divenne il dio supremo del … Il dio Falcon Horus era spesso raffigurato con la testa di questo uccello. Il dio Horus era il dio dei cacciatori ed era rappresentato da un falco. 115 e sgg. Al culmine del vigore combattivo e della potenza sessuale, Horus diventava Horakhti (Horus dell'orizzonte[23]), il sole allo zenit. Durante la I dinastia, il re in carica era un "Horus-Seth", come indica una stele risalente al regno di Djer (ca. Nel Basso Egitto, ai limiti del deserto libico — e più precisamente nel III nòmo e a Kôm el-Hisn — era venerato Hor-Thehenu, "Horus di Libia". Secondo un’altra versione del mito egiziano, dopo che Seth restituì l’occhio al suo originale portatore, Horus lo donò a suo padre Osiride, privandosene nuovamente. La figura del dio Hor-imi-Shenut ebbe un culto nel corso di tutta la storia egizia; tale epiteto ha posto alcuni problemi di interpretazione ed è stato variamente tradotto "Horus delle corde", "Horus della città delle corde", "Horus legato con corde". Infine, con il faraone Djedefra, apparve il quinto ed ultimo nome, il "Nome Sa-Ra" (cioè "del Figlio di Ra"), che determinava il re come figlio di Ra, altro dio-falco dagli aspetti celesti e solari[74]. Nelle vesti di difensore Horus compariva anche a Esna, con il nome di Hor-Manu, "Horus di Manu". Benché le figure di Horus e Seth siano estremamente antiche (risalgono al periodo predinastico), Osiride comparve solo più tardi, tra la IV e la V dinastia, nell'immaginario degli egizi. Su nombre egipcio era Hor (Ḥr); Horus es su nombre helenizado (Ώρος). Horus (in italiano anche Oro o Horo[1]), è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, fra le più antiche e significative del pantheon egizio. Ne aveva due: uno era Behdet, che significa trono, o seggio risalente fin dalla III dinastia, l'altro Djeba, ovvero Città del Castigo. Principali aspetti, forme e titoli di Horus, Distretti 2°, 3°, 12° 17° 18°, 21° dell'Alto Egitto e distretti 10°, 11°, 14°, 19°, 20° del Basso Egitto. Fin dalle origini della civiltà egizia Horus fu ritenuto un dio capace di guarire gli esseri umani dalle loro malattie. Uno tra tutti, è proprio Horus, il Dio Falco. Non si legge della sua abilità di camminare sulle acque mentre, al contrario, qualcosa a proposito della capacità di guarigione è presente in alcuni passaggi che lo descrivono come guaritore dei morsi di serpente e dalle punture di scorpione. Horus con Nectanebo II (XXX dinastia). 122 e sgg. Jacques Marty & Paule Krieger), La royauté et les dieux : Intégration de la société à la nature dans la religion de l'ancien Proche Orient, Paris, Payot, 1951. pp. Inoltre sappiamo che l’Uareus, (la femmina del cobra), anche detto “Occhio di Ra”, o “Occhio di Horus” (in seguito) era un’altra delle sue manifestazioni. Nella sua forma di Hor-Sa-Isis, figlio di Iside, Horus era invece considerato amico e protettore dei morti incarico in cui era aiutato da quattro altri dei, i suoi figli divenuti, durante il Secondo Periodo Intermedio, protettori dei visceri che venivano estratti dal corpo del defunto e che venivano, dapprima riposti in una cassetta a quattro scomparti. Antropomorfo con testa di falco, recante il segno della vita. La moglie Rose Edith Kelly (1874-1932), che aveva doti medianiche, passò davanti a diverse immagini del dio del Sole egizio Horus e condusse Aleister di fronte ad un stele funebre di legno (che Crowley chiamò la Stele della Rivelazione), dipinta nel periodo della 26ª dinastia, che ritraeva Horus mentre riceve un sacrificio da un defunto, un sacerdote di nome Ankh–af–na–khonsu. Gli egiziani, ancora oggi maneggiano con cura il suo simbolo e lo portano con loro, lo donano ai malati in segno di buon auspicio e lo appendono nelle case perché si pensa abbia poteri magici e curativi. Presso la seconda Mesen, di grande importanza strategica contro le invasioni asiatiche grazie alla presenza della fortezza di Tjaru, Horus era adorato con le sembianze di un feroce leone[51].

Grazie Per Il Pensiero O Del Pensiero, Eppur Mi Son Scordato Di Te Tab Intro, Due Multe Nello Stesso Giorno Per Stessa Infrazione, Lettera Mi Sento Solo, Vola Colomba Anno, 1 Luglio 2003 Eventi, Napule Testo Gigi, Buon Compleanno Anna Fiori, Stemma Lazio Ciociara, Affitto Roma Privati No Agenzie,